Stretta dall'Ue sulle case ad alto consumo energetico
Nei giorni scorsi l'Unione europea ha presentato un pacchetto di misure astringenti, per porre un rimedio alle pesanti emissioni di anidride carbonica. Le regole rigidissime puntano a rendere il patrimonio edilizio di ogni singolo stato membro più efficiente dal punto di vista energetico. Fra le proposte più criticate presentate da Bruxelles, le quali hanno messo in allerta la categoria degli immobiliari, potrebbe esserci l'obbligo per le abitazioni di passare dalla classe energetica più bassa a quella superiore entro il 2030, pena l'impossibilità di vendere l'immobile.
La direttiva stabilita dall'Ue vorrebbe che dal 2027 gli immobili siano standardizzati sulla classe energetica E che dovrà diventare D dal 2030 e C dal 1° gennaio 2033. Infine, entro il 2035, ci dovrà essere un ulteriore efficientamento fino ad arrivare alle classi A e B.
“Il patrimonio energetico italiano per il 74,1% è stato realizzato prima dell’entrata in vigore della normativa completa sul risparmio energetico e sulla sicurezza sismica”. E’ quanto ha dichiarato il Presidente dell’Ance, Gabriele Buia commentando la nuova Direttiva europea.
Sono 9 i milioni di immobili, su 12,2 mln di edifici, molto lontani dalle prestazioni energetiche minime richieste dalla nuova legge ed occorre innanzitutto valutare la fattibilità di un numero molto elevato di interventi da realizzare in un tempo limitato per raggiungere il target stabilito.
Buia sottolinea che sono stati presi impegni sulla decarbonizzazione e che bisogna fare il possibile per centrarli, ma senza il rinnovo dei grandi incentivi Ecobonus e Superbonus la spesa ricadrà tutta sulle famiglie proprietarie.